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Il veleno d’ape di Lunezia

Il veleno d’ape rappresenta senz’ombra di dubbio l’elemento più prezioso prodotto nell’alveare, un prodotto puro, la cui estrazione – assolutamente indolore per i generosi insetti gialloneri – richiede attenzione e meticolosità. Cera d’api, polline, pappa reale e propoli risultano tasselli fondamentali per la piramide vitale della colonia, ma il veleno d’api è veramente il gota, il massimo che si possa ottenere e in ambito cosmetico il suo valore si commisura all’ampia versatilità di utilizzo, tanto sottoforma di crema quanto di unguento. 

Lo sapevate, ad esempio, che ha un ruolo ben specifico e sorprendente nella prevenzione nonché nella mitigazione delle rughe? Come riduttore delle cicatrici, poi, non c’è partita. La qualità aumenta in maniera esponenziale qualora esso si produca in seno a un territorio incontaminato e ben irrorato come quello della Lunezia, fucina impareggiabile di straordinari doni della natura.

veleno d’ape

Provenienza, proprietà ed efficacia del veleno d’ape

Nell’usuale accezione del termine, “veleno” significa sostanza che, assunta da un organismo vivente, provoca effetti dannosi, talvolta temporanei, permanenti o addirittura letali. Le api, difatti, usano il proprio per difendersi dalle possibili minacce esterne, i predatori. Si rimane dunque sorpresi quando si apprende che al veleno d’api si fa sovente ricorso in campo medico, specialmente nelle terapie a contrasto dell’artrite e dei reumatismi

Questo accade in maniera amplificata nella medicina orientale, che lo utilizza da parecchi secoli. Si pensi che già Ippocrate nel 400 a.C. se ne avvaleva definendolo “rimedio misterioso”, un Arcanum che ha cavalcato il tempo catalizzando ricerche e studi condotti da apicoltori e luminari. Secondo il ricercatore egiziano Ahmed Hegazi, il veleno d’api sarebbe in voga almeno dal 2000 a.C., una quint’essenza terapeutica senza eguali.

Dalla medicina alla cosmetica, il passo è breve, tanto che il veleno d’api è ritenuto da una larghissima maggioranza di esperti il più potente principio attivo rilevabile in natura. Analizzando prosaicamente la sua composizione, si tratta di una miscela assai complessa che si costituisce per l’80% di proteine e per il restante 20% di amine biogene e feromone di allarme. Ne scaturisce un ventaglio di proprietà e benefici che ha dell’eclatante.

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Raccolta del veleno d’ape

L’antiage che non ti aspetti

Le proprietà antiage del veleno d’api hanno fatto sì che nel tempo esso si guadagnasse il soprannome di “botox naturale” ma con un netto vantaggio: agire sull’invecchiamento non camuffandolo ma attivando a livello epidermico una risposta spontanea, una reazione dell’organismo che si traduce in un aumento della produzione di collagene ed elastina riempitiva delle rughe (al pari della mellitina per l’azione filler) e rassodante i tessuti. A ciò si aggiunge l’effetto distensivo dell’apamina. È inoltre nota la sua supplementare funzione di volumizzante labbra.

Un prodotto così non è rimasto a lungo nell’anonimato moderno, riscontrando – da quanto rivelato dall’autorevole The Wall Street Journal – il gradimento di star hollywoodiane quali Michelle Pfeiffer (eterna, intramontabile bellezza) e Gwyneth Paltrow, ma anche di figure dell’establishment reale britannico come la principessa Kate Middleton.

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Studi ufficiali su proprietà e trattamento del veleno d’ape

In conclusione del nostro breve focus, citiamo due studi ufficiali atti a spiegare le proprietà del veleno d’ape applicato in primis sulle rughe del viso e, in secundis, sull’acne.

  • Nel primo caso sono stati trattati 22 soggetti di età compresa fra i 30 e i 49 anni che, in un periodo di trattamento di 8 settimane, hanno beneficiato di un significativo miglioramento clinico delle rughe sia in termini di quantità che di profondità media. 
  • Nel secondo caso il campione ha coinvolto 30 soggetti trattati due volte al giorno in un arco di tempo di 6 settimane. Ebbene, il grado medio dell’acne è andato incontro a una visiva riduzione, influendo peraltro sul miglioramento di comedoni aperti e chiusi, punti neri e noduli.

Tutto ciò dimostra che il veleno d’ape – la cui unica controindicazione all’utilizzo è legata a un’eventuale allergia da punture d’insetto – rappresenta la più efficace risposta a questa tipologia di inestetismi, rivelandosi in sintesi un autentico e insuperabile diamante dell’alveare.

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