Microblading
Il Microblading delle sopracciglia sicuramente lo conoscerai. Viene dall’America, dove ha avuto un’ampia diffusione, in Italia è arrivato tempo dopo e pian piano ha iniziato a diffondersi.
Questa tecnica nasce per correggere difetti estetici causati dalle sopracciglia, ma talvolta se ne abusa.
Di cosa si tratta e perché non tutte possono farlo?
Cos’è il microblanding sopracciglia? Il termine microblanding deriva dall’unione di micro e blade ed altro non è che tecnica di tatuaggio semipermanente, si usa per definire le sopracciglia, riempirle, ricostruire l’arcata o dare colore. Le sopracciglia quindi sono di nuovo folte, ben definite ed uniformi.
Lo strumento che viene utilizzato durante il tatuaggio si chiama “microblading pen”, una penna composta da una lama che incide la pelle introducendo il colore. Proprio come un tatuaggio.
Precisamente ne esistono tre tipologie:
- Microforatura, ovvero tatuaggio alle sopracciglia con tocco leggero
- Microblading a peletto, ossia il disegno delle sopracciglia pelo a pelo per un look molto naturale
- Microshading che è l’ideale per pelli sensibili e delicate
Chi effettua questo trattamento è detto dermopigmentista ed è una figura che ha delle competenze specifiche.
Chi può fare e chi non può fare il microblading?
Il microblading sopracciglia è indicato in caso di sopracciglia poco folte, con buchi oppure se sono assenti o anche nel caso in cui siano asimmetriche o si stiano diradando a causa di malattie o assunzione di determinati farmaci. Può essere utile anche nel caso si debbano coprire delle cicatrici.
Questa tecnica non è indicata in presenza di dermatiti, eczemi o in caso di pelle irritata o infiammata, psoriasi e vale lo stesso in caso di pelle acneica.
La pratica è inoltre sconsigliata a chi soffre di diabete; disturbi del sangue e della circolazione; malattie autoimmuni; dermatite seborroica o da dermatite atopica; in gravidanza o allattamento.
Come funziona il microblading?
La tecnica del microblading consiste nell’immergere la lama della microblading pen nel pigmento e poi procedere con le micro incisioni nell’area da trattare. A differenza del tatuaggio, il colore non va in profondità ma resta sul derma.
È necessario svolgere una consultazione pre-seduta, per capire quali sono le esigenze e le aspettative e se si può procedere al trattamento o no. Ad esempio: occorre valutare se la pelle è grassa o molto secca, perché in questi casi il risultato può non essere ottimale. Nel caso appunto il risultato non si prospetti conforme all’obiettivo si dovrà ricorrere al trucco permanente.
Una delle domande più frequenti riguardo il trattamento è: fa male? Dipende dalla soglia del dolore della persona, però in linea di massima non è doloroso, si avverte un po’ di fastidio.
Le sedute hanno una durata che va dai 40 ai 90 minuti e gli effetti durano dai sei ai dodici mesi, c’è da dire che la durata è influenzata da diversi fattori quali: tipologie della pelle, professionalità e tecnica di chi esegue il trattamento, tipologia di pigmento ed abitudini quotidiane del soggetto.
Infine il prezzo, quanto costa il trattamento? Il prezzo varia dai 350 agli 800€, con una spesa che si aggira sui 100€ per il ritocco.
Microblading: cose da fare e da non fare
Prima del trattamento di microblading occorre evitare:
- le cerette e le epilazioni;
- l’esposizione al sole;
- i peeling chimici o altri trattamenti estetici;
- la colorazione delle sopracciglia;
- alcolici dalle 24 alle 48 ore prima della seduta
Dopo il trattamento occorre seguire le indicazioni date dal dermopigmentista. Possono comparire rossore e gonfiore e formarsi delle crosticine (che non vanno rimosse). Quindi è utile pulire la zona con un dischetto di cotone imbevuto di soluzione fisiologica. Evitare il contatto diretto con l’acqua, specialmente nella prima settimana.
L’esperto inoltre indicherà apposite creme che possono utilizzate per idratare la parte trattata. Non esporsi al sole ed evitare la salsedine. Nel caso in cui si formino infezioni sono dovute ad una scarsa igiene degli strumenti adoperati o di un procedimento di guarigione errato.